



2021 / Stabio (CH)
La cresciuta sensibilità dell’opinione pubblica nei confronti del territorio in genere, della tutela dei suoi valori culturali e della promozione del suo sviluppo secondo una logica di sostenibilità, ci obbliga a indirizzare ogni intervento nell’ottica di una generale riqualifica del territorio, come indicato dalla nuova legge di sviluppo territoriale e rafforzato dagli strumenti urbanistici sia a scala generale che locale .
È su questa linea che presentiamo la proposta di rivalutazione architettonica del progetto dell’orto didattico di permacultura, finora gestito dal giardiniere Stefano Modini.
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Partendo dalle colture già messe a dimora, si è cercato di riorganizzare i diversi settori dell’orto in modo da chiarirne l’identità e la finalità, ma soprattutto renderlo un luogo accogliente, attrattivo, facilmente percorribile e utilizzabile per diverse esperienze culturali. L’intervento vuole avanzare un primo passo verso la sperimentazione di una più attuale concezione del verde che oltre a considerare la vegetazione parte strutturale dei luoghi del nostro quotidiano, ne rispetti i principi e le regole sue proprie, superando così e a beneficio dell’ambiente e di noi tutti, quella visione prevalentemente decorativa che, nella maggior parte dei casi, si rivela tutt’altro che rispettosa della natura e della sua ricchezza vitale.
Il progetto potrebbe rientrare in una organizzazione sistemica del verde pubblico che miri a ridurre gli sprechi, promuovere la biodiversità, tutelare l’ambiente, migliorando in generale la gradevolezza del passeggiare a piedi per la cittadina in tutte le stagioni. È questo che intendiamo per sostenibilità economica, sociale e ambientale del progetto del verde urbano.
Riteniamo Stabio certamente all’altezza di promuovere in quest’ottica i suoi prossimi passi, dimostrandosi tra i comuni capofila nell’adozione di una visione del verde che permetta di riscoprirne la ricchezza ed il valore.
L’intervento parte dagli elementi fissi presenti nell’orto quali le alberature, l‘area della piantumazione di ortaggi e verdure trattata con la pacciamatura, la spirale delle erbe aromatiche e la zona di deposito del materiale da lavoro.
La zona d’ingresso, sulla via Luvee, a fianco della nuova scuola d’infanzia, è caratterizzata da una pavimentazione piuttosto comoda e invitante, realizzata con elementi in legno recuperati nei boschi vicini; qui sarà collocata una bacheca informativa che riporterà sia il piano dell’orto, con indicazioni didascaliche delle aree e circa le fasi stagionali e eventuali iniziative che vi si potranno svolgere.
Di qui parte il percorso sensoriale/olfattivo attraverso cui il cambio di pavimentazione e la presenza di arbusti e piante profumate, è possibile sentire una giocosa varietà di profumi e camminare sui diversi sedimi che si possono trovare in natura. Il percorso, articolato tra gli alberi a ridosso degli arbusti che fungono da barriera frangivento, termina in una piccola radura dove è posta la spirale delle erbe aromatiche, eletto, per la sua posizione centrale e l’allineamento con il Castelletto di Stabio, quale elemento cardine del progetto.
Di qui è possibile, non solo cogliere a colpo d’occhio, ma anche addentarsi a visitare le varie sezioni dell’orto concepite per promuovere attività didattiche, di svago, ma anche socialità e informazione. La zona destinata al deposito o alle fasi di preparazione è disposta nella parte sud-ovest, a ridosso dell’accesso secondario verso i prati e separata da una sorta di filtro costruito con piante rampicanti come lamponi e rose che faranno da fondo alla zona destinata alla convivialità, definita dall’unico elemento architettonico che gravita sull’area: la tettoia della scuola d’infanzia.
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Promuovendo biodiversità, rispetto della ciclicità stagionale delle colture e rispetto delle risorse naturali, il progetto si allinea alle disposizioni della Confederazione che pongono il 2030 come termine entro cui attivare reti ecologiche sul territorio attraverso la definizione di corridoi verdi, abbandonare pesticidi, rafforzare/sviluppare biodiversità nelle aree urbane, tutto ciò al fine di promuovere maggiore sensibilità verso la generale tutela dell’ambiente insieme allo sviluppo di un’economia di prossimità, che favorisca non solo di momenti di socialità e svago per le famiglie ma anche quel turismo locale, spesso più rispettoso e attento verso il patrimonio.
L’obiettivo è dunque quello di salvaguardare e recuperare, per quanto possibile, il valore della natura come parte del nostro quotidiano e preziosa alleata nella valorizzare delle aree pubbliche; di organizzare collegamenti efficaci tra le differenti aree funzionali, culturali e di svago; di promuovere i percorsi pedonali e la mobilità lenta per dare un contributo all’attenuazione dei risvolti delle infrastrutture della mobilità in termini di immissioni (gas e sonore) inquinanti, deficit di percorribilità in sicurezza di tutto il territorio e quindi discontinuità dei percorsi.