Felicia Lamanuzzi
Architetto OTIA 



Nata in Puglia, a Bisceglie (BT), nel 1964, si laurea a Pescara nel 1992 e nel 1996 si trasferisce in Svizzera, dove attualmente vive e lavora.


Filosofia


           
Mi ha sempre appassionato l’idea di dare forma alle mie fantasie, fin da quando, ancora bambina, preferivo cucire i vestiti per le bambole piuttosto che giocarci o trasformare una scatola di scarpe in un pianoforte o imitare
ciò che mio cugino realizzava con le costruzioni.
           
Così l’architettura è diventata non solo l’indirizzo dei miei studi ma anche il modo attraverso cui sentirmi agganciata alla “terra”, parte di essa e artefice della sua trasformazione.

Mi sono laureata presso la facoltà di architettura di Pescara quando le lezioni, unificate dal primo al quinto anno, si trasformavano in dibattiti talmente coinvolgenti che ci si attardava a discutere fino a tarda ora. Queste occasioni oltre a rafforzare il coinvolgimento alla vita universitaria, hanno nutrito intensissime amicizie tra musica, viaggi, racconti, arte, politica: tutte forme diverse per tornare a riflettere sull’architettura. Forse è stato allora che ha cominciato ad insinuarsi quello che sarebbe stato il tema della ricerca che conduco attraverso il mestiere di architetto: recuperare la dimensione umana nella città contemporanea e con essa la sua ragione sociale.



Il progetto è sempre frutto della sinergia tra committente e progettista. Non basta essere un bravo architetto, ma è necessario essere sempre disposti al dialogo e ad un costruttivo confronto fondato sulla reciproca fiducia, presupposto necessario affinché ogni progetto diventi non solo un’opportunità per crescere da ambo le parti, ma anche un’occasione per migliorare lo scenario del nostro abitare contemporaneo.

La ricerca, inevitabile presupposto perché un progetto sia di qualità e perché questa duri nel tempo, deve focalizzarsi sulla sostenibilità di ogni intervento, derivante della sapiente combinazione di diversi fattori, che vanno dal rapporto di valore che l’intervento deve stabilire con il contesto, alla soddisfazione dei desiderata della committenza, fino all’ottimizzazione delle fasi esecutive (influenzate anche dal rapporto con le maestranze, con gli specialisti, con i tecnici) e quindi alla durata del cantiere.

L’interesse per la qualità dello spazio pubblico, in cui ritengo si giochi il carattere urbano di ogni intervento sulla città, è tema conduttore di ogni mio lavoro. Così anche le installazioni, i laboratori di progettazione partecipata (WPU), sono tutti modi per esprimere in forma (pro)positiva l’impegno a recuperare quel senso di comunità e di appartenenza ai luoghi, necessario non solo a ristabilire la relazione tra la città e i suoi abitanti, ma soprattutto per rafforzare e promuovere tutela e qualità al nostro patrimonio.


Collaboratori

Mattia Milano
Architetto SUP─AAM

Marco Coppola
Architetto SUP

Clara Sofia Rosenberg
Architetto

Simone Izzo
Architetto SUP EPFL

Roberto Russo
Architetto AAM

Nicola Sargina
Architetto

Allegra Buonumore
Architetto

Simone Cattoni
Architetto

Davide Biloni
Architetto

Matteo Spazzi
Studente SUP

Bledart Sade
Studente AAM

Alberto Cilli
Studente AAM

Chiara Andreazza
Studentessa AAM

Chiara Dogliotti
Studentessa SUPSI

Priscilla Mastini
Studentessa SUPSI

Andrea Castiglioni
Studente SUPSI

Richard Prelaj
Studente SUPSI



Filosofia


           
Mi ha sempre appassionato l’idea di dare forma alle mie fantasie, fin da quando, ancora bambina, preferivo cucire i vestiti per le bambole piuttosto che giocarci o trasformare una scatola di scarpe in un pianoforte o imitare ciò che mio cugino realizzava con le costruzioni.

Così l’architettura è diventata non solo l’indirizzo dei miei studi ma anche il modo attraverso cui sentirmi agganciata alla “terra”, parte di essa e artefice della sua trasformazione.

Mi sono laureata presso la facoltà di architettura di Pescara quando le lezioni, unificate dal primo al quinto anno, si trasformavano in dibattiti talmente coinvolgenti che ci si attardava a discutere fino a tarda ora. Queste occasioni oltre a rafforzare il coinvolgimento alla vita universitaria, hanno nutrito intensissime amicizie tra musica, viaggi, racconti, arte, politica: tutte forme diverse per tornare a riflettere sull’architettura. Forse è stato allora che ha cominciato ad insinuarsi quello che sarebbe stato il tema della ricerca che conduco attraverso il mestiere di architetto: recuperare la dimensione umana nella città contemporanea e con essa la sua ragione sociale.

Il progetto è sempre frutto della sinergia tra committente e progettista. Non basta essere un bravo architetto, ma è necessario essere sempre disposti al dialogo e ad un costruttivo confronto fondato sulla reciproca fiducia, presupposto necessario affinché ogni progetto diventi non solo un’opportunità per crescere da ambo le parti, ma anche un’occasione per migliorare lo scenario del nostro abitare contemporaneo.

La ricerca, inevitabile presupposto perché un progetto sia di qualità e perché questa duri nel tempo, deve focalizzarsi sulla sostenibilità di ogni intervento, derivante della sapiente combinazione di diversi fattori, che vanno dal rapporto di valore che l’intervento deve stabilire con il contesto, alla soddisfazione dei desiderata della committenza, fino all’ottimizzazione delle fasi esecutive (influenzate anche dal rapporto con le maestranze, con gli specialisti, con i tecnici) e quindi alla durata del cantiere.

L’interesse per la qualità dello spazio pubblico, in cui ritengo si giochi il carattere urbano di ogni intervento sulla città, è tema conduttore di ogni mio lavoro. Così anche le installazioni, i laboratori di progettazione partecipata (WPU), sono tutti modi per esprimere in forma (pro)positiva l’impegno a recuperare quel senso di comunità e di appartenenza ai luoghi, necessario non solo a ristabilire la relazione tra la città e i suoi abitanti, ma soprattutto per rafforzare e promuovere tutela e qualità al nostro patrimonio.






Felicia Lamanuzzi
Architetto OTIA

Nata in Puglia, a Bisceglie (BT), nel 1964, si laurea a Pescara nel 1992 e nel 1996 si trasferisce in Svizzera, dove attualmente vive e lavora.

Collaboratori

Mattia Milano ╱ Architetto
Marco Coppola ╱ Architetto
Clara Sofia Rosenberg  Architetto
Simone Izzo  ╱  Architetto 
Roberto Russo ╱ Architetto

Nicola Sarcina  ╱ Architetto
Allegra Buonamore  Architetto
Simone Cattoni  ╱ Architetto
Davide Biloni  ╱ Architetto
Matteo Spazzi ╱ Praticante
Bledart Sade  ╱ Praticante
Alberto Cilli
╱ Praticante
Chiara Andreazza ╱ Praticante
Chiara Dogliotti ╱ Praticante
Priscilla Mastini ╱ Praticante
Andrea Castiglioni ╱ Praticante
Richard Prelaj ╱ Praticante